mercoledì 18 maggio 2011

Due o tre cose sul nucleare

Durante i giorni del Salone del Libro sono andata ad ascoltare la presentazione del nuovo libro di Massimo Scalia e Gianni Mattioli: Nucleare, a chi conviene (ed. Ambiente).
Davanti a un pubblico che si accalcava in una saletta troppo piccola per ospitarlo (gente di ogni età, i primi arrivati seduti su poltroncine, gli altri, giunti troppo puntuali, come me, in piedi appoggiati ai muri oppure accovacciati a terra), Massimo Scalia ha affrontato il problema del nucleare in Italia e nel mondo, offrendo dati chiari che meritano una riflessione sia da chi – come me – voterà Sì ai referendum, sia da chi invece continua ottimisticamente a difendere il nucleare.
Li riporto di seguito; ovviamente qualunque inesattezza è imputabile soltanto a me e alle condizioni "difficili" nelle quali ho preso appunti. La lettura del libro, comunque, potrà chiarire eventuali miei spropositi.
1) Il maggiore cambiamento avvenuto rispetto ai giorni di Chernobyl è l'instabilità climatica che, come ha appena dimostrato Fukushima, mette a rischio le centrali.
2) Oggi soltanto il 2% dell'energia mondiale è prodotta dal nucleare.
3) Nei decenni che ci separano dai tempi di Chernobyl ci sono stati miglioramenti nella produzione di energia nucleare, ma si tratta di miglioramenti SOLO ingegneristici, tecnologici, diciamo, e non scientifici. Per spiegare il concetto, Scalia ha citato i motori delle auto a benzina: i miglioramenti, pur abbattendo in certa misura le emissioni di CO2, non le hanno eliminate né hanno migliorato il rendimento in misura sostanziale. Citando Carlo Rubbia, Scalia ha detto: "la 3^ generazione avanzata di centrali nucleari (quelle francesi, per intenderci) è soltanto un'operazione cosmetica". Va tenuto presente che – in buona sostanza – l'attuale tecnologia nucleare è più vecchia del transistor. Fino al 2040 non saranno davvero disponibili centrali di 4^ generazione.
4) Noi abbiamo, comunque, il grave problema di portare al riparo circa 1,5 miliardi di persone che finirebbero "sott'acqua" con il progressivo scongelamento delle calotte polari per l'effetto serra.
5) A detta di Scalia, Fulvio Conti (amministratore delegato dell'ENEL) ha dichiarato che terrebbe le scorie delle centrali nella propria cantina e Veronesi addirittura in casa. Veronesi, poi, ha affermato che il nucleare produce soltanto "minime quantità di radiazione"
6) Un'indagine epidemiologica commmissionata dal Centro Tedesco per la Radioprotezione (?) al KIKK Studium di Magonza ha esaminato tutti i 17 impianti nucleari tedeschi nel periodo 1980-2003; dai dati ottenuti si evince che le patologie da radiazioni aumentano con la diminuzione della distanza dalle centrali: entro un raggio di 5 km le leucemie infantili aumentano del 2,5%
7) Limitandoci alla situazione italiana e all'entusiasmo governativo per il nucleare, i costi che dovrebbero fronteggiare ENEL e i partner francesi sarebbero altissimi; ovviamente chiederebbero prestiti alla banche e li otterrebbero a interessi molto alti. Chi pagherebbe in caso di "fallimento" o ritardo? il governo, ovvero noi con rincari alla bolletta.I costi dell'intero progetto si aggirerebbero intorno ai 30 miliardi di euro e garantirebbero circa il 10% della richiesta di ENERGIA ELETTRICA italiana, che, a sua volta corrisponde è a circa il 25% della richiesta energetica totale.
10% di 25% = 2,5% del totale di energia di cui ha bisogno il nostro paese.
Vale la pena affrontare i rischi e i problemi relativi allo smaltimento scorie del nucleare e spendere simili cifre per garantirci una fetta così piccola di energia?
8) Il modello europeo ad alta concentrazione energetica (cioè basato su un numero esiguo di impianti molto grandi (grandi centrali termoelettriche, grandi centrali nucleari ecc.) è un modello vecchio, che presenta criticità irrisolte. Inoltre, per sua stessa natura, "tiene fuori il cittadino". In altre parole grandi impianti = rigidissimi protocolli per garantirne la sicurezza a scapito della trasparenza e delle possibilità del cittadino di ricevere informazioni e di verificarle. Insomma più gli impianti sono grandi, più rigida è la gestione dall'alto, ninore il controllo che i cittadini possono esercitare.
9) A parere di Scalia la strada obbligata da percorrere in futuro è quella del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili che, per loro natura seguono un modello "diffuso", a bassa concentrazione energetica: tante centrali più piccole, sulle quali il cittadino potrebbe esercitare controllo e al limite autoprodurre energia.
10) Alla solita, inevitabile, domanda posta da uno dei presenti: "ma allora tutti i numerosissimi paesi che investono nel nucleare sono tutti cretini?" Scalia ha risposto in maniera chiarissima:
I "numerosissimi paesi" che puntano sul nucleare sono semplici dichiarazioni propagandistiche, occorre verificarne le fonti, prima di crederci. In realtà il nucleare attualmente è in declino Intanto costa enormemente e senza gli incentivi governativi non si fa. Inoltre i paesi che ci hanno puntato non riescono a sostituire i troppo numerosi impianti vecchi (che hanno più di quarant'anni, ormai). perfino la Cina, dopo aver dichiarato che nei prossimi anni avrebbe costruito un gran numero di centrali, ora si sta riconvertendo all'energia eolica.
Per quanto riguarda lo stoccaggio delle storie, i siti individuati negli Usa hanno creato molti problemi: Obama ha sospeso il progetto di utilizzo di uno a causa dell'affioramento di acqua di stagnazione (?) e un altro perché mentre già lo si stava approntando l'area è risultata sismica e quindi impraticabile. Sui siti, in poche parole, siamo ancora al livello di ricerca di base.


Questo è quanto, almeno nei miei appunti. Trovo particolarmente rilevanti i punti 1 - 2 - 3 -7 - 8 e 10. Questa è la campana di un antinuclearista, lo riconosco. ma mi piacerebbe che i filonuclearisti cominciassero a ragionare nel merito senza limitarsi a petizioni di principio qualitative tipo "abbiamo bisogno di energia" (sì, ma quanta e quale?) o, peggio ancora "tanto tutti i paesi confinanti hanno le loro centrali che potrebbero inquinarci gravemente, quindi…".
Giusto: se i miei vicini si prendono la peste, prima o poi mi contageranno. Tanto vale che provveda al più presto di persona.

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