Autore Iain Banks
Editore Longanesi e poi Tea
Trama: Cameron Colley, giornalista quarantenne alcolizzato e impasticcato, vive nella Edimburgo post tatcheriana, amando sempre meno il proprio lavoro mortificato dall'abitudine e dalle pressioni del potere. Un giorno viene contattato da un killer «militante», efferato e fantasioso, che prende di mira esclusivamente uomini d'affari senza scrupoli, politici corrotti, giudici troppo «clementi» con i colpevoli, tutta gente che Colley ha denunciato in passato nei suoi articoli. Deciso a difendere la supremazia della giustizia collettiva rispetto a quella «fai da te», Colley scoprirà, comunque. di condividere sempre più il punto di vista del killer…
Leggevo anche: Il cromosoma Calcutta (A. Ghosh) I quasi adatti (P. Hoeg), Confessioni di un artista di merda (P.K. Dick)
Ascoltavo Dig your own hole dei Chemical Brothers, OK computer dei Radiohead – che tuttora mi accompagnano – seguito, pochi mesi dopo, dal mitico Mezzanine dei Massive Attack e da Up dei R.E.M.
Era il 1997, Berlusconi ovviamente c'era, ma all'opposizione. In quell'anno una nave albanese carica di profughi venne speronata nell'Adriatico da una pattuglia della marina italiana; morirono un centinaio di persone. Sempre nel 1997 venne costituita la «Bicamerale» e D'Alema ne venne eletto presidente con appoggio di Forza Italia e dei centristi del Polo.
Non aggiungo altro.
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