martedì 21 maggio 2013

Un libro per viaggiare

Non sarà mica la recensione di una guida turistica?
Nah!
Allora di un libro di viaggio, tipo Bruce Chatwin? No, con tutto l'apprezzamento possibile per l'autorema No.
Un romanzo magari? Agata Christie e Assassinio sull'Orient Express?
NO. Di questo libro non conosco ancora l'autore, anzi gli autori… del titolo (anzi dei titoli) non ne parliamo. Ma sarà un bel viaggio, con compagni grintosi e fidati. 
Per i dettagli leggete Alia Evolution

Io voglio soltanto dirvi che venerdì 17 maggio ho trascorso una bella serata al Salone del Libro, allo stand degli editori piemontesi. Il mio compito era di sedermi al tavolo, davanti al microfono e di presentare l'ultimo volume di Alia. E quando scrivo ultimo intendo proprio dire che non ne sarebbero seguiti altri. Poi avrebbero dovuto seguire i curatori, i traduttori e qualche autore. Tutto organizzato, ordinato e un po' rituale. Una specie di veglia funebre, forse.
Invece… Invece dopo di me – il ricordatore – ha preso la parola Davide Mana, che invece di dire «gente è stato bello» ha puntualizzato a che cosa potesse servire leggere FS, poi Max ha letto un pezzo di Vittorio Catani sulla storia del  fantastico italiano (e c'erano fior di nomi della nostra letteratura in quel pezzo) e qualcun altro ha fatto un paio di osservazioni e tutti abbiamo ribattuto, Fulvio Gatti ha raccontato la sua prima volta con Alia, e… Dopo un po' eravamo tutti mescolati, intorno al tavolo, chi appoggiato, chi chino sul microfono, chi si spostava per far posto agli altri. Un bel casino, se vogliamo, certo non una presentazione, più una tavola rotonda. O semplicemente una tavolata di gente che discute di una cosa importante. E che si dice: «Ma allora rifacciamolo!»
È andata così. 
Non vedevo la tribù di Alia da un bel po' di tempo ed è stato davvero un piacere progettare ancora, tramare insieme. Non c'eravamo tutti, venerdì sera, ma altri, passando sul blog di Alia, o incontrandoci al Salone, hanno saputo e ci hanno già assicurato che saranno della partita. 
Non mi sentivo così bene da parecchio tempo, adesso ho di nuovo la sensazione di fare qualcosa per cambiare il mondo. 
Sì, lo so, è un'affermazione bizzarra e può suonare davvero esagerata. Eppure… Mettiamola così: le storie fantastiche, quelle belle, possono cambiare la mente di chi le ascolta, fanno immaginare l'Oltre, l'Altrove. Predispongono a comprendere. E talvolta migliorano la nostra capacità di capire.
Massì, spariamole grosse! Questa ha scritto due cosette di fantastico e già si monta la testa. 
Forse. Ma forse no. Durante l'incontro per Alia, Davide Mana ha detto un gran bella frase;  era riferita alla FS ma tranquillamente riferibile a tutta la letteratura fantastica e suonava più o meno così:  «leggere FS permette di guardare il mondo da un altro punto di vista, con un altro filtro rispetto a quello solito».  
Un' affermazione che condivido in pieno. Immaginare altri mondi (non solo Là Fuori, nello spazio freddo e nero, ma qui, di fianco al nostro, o dentro di noi, dentro la mente del  vicino che saluta a malapena…) aiuta a fare quel particolare tipo di ginnastica socio-pedagogica che si può definire «mettersi nei panni dell'Altro». E se saremo capaci di metterci nei panni dell'Alieno, non dovrebbe esserci impossibile indossare quelli, pur sempre umani, del vicino di banco, di casa, della scrivania di fronte, di chi abita nella città vicina, o in un paese nemico… Di chi viene da molto lontano.
Parlo sul serio? Sì. Abbastanza per tramare Alia, per impegnarmi a leggere racconti di autori mai incontrati, per dedicare una bella parte del mio tempo libero a fare l'editing del nuovo volume… E, soprattutto, a discutere di tutto questo con tutta la (mia) tribù.
E se vi ostinate a fare gli scettici, allora leggete questa:  

La fantascienza rende più agevole agli adolescenti l'apprendimento della matematica e delle materie scientifiche. Ne è certo Ray Canterbury, politico statunitense repubblicano, primo firmatario di una proposta per introdurre nelle medie e nelle superiori del West Virginia la lettura obbligatoria dei classici di questo genere. L'idea piace a pedagogisti e scrittori, entro l'estare arriverà la decisione degli organi federali
da Il Venerdì di Repubblica 10 maggio 2013, pag. 104

Io ne ho già avuto una conferma sperimentale molti anni fa, tenendo un laboratorio di letteratura e cinema FS agli studenti della scuola media.
Se questo non è «cambiare la mente della gente» e quindi, almeno un po', anche il mondo…
Il fantastico ci abitua a cambiare il nostro paio di occhiali, a non dare nulla per scontato.

Sì, sarà proprio un bel viaggio. E sulla nostra nave, un altro Alia (per ora soltanto virtuale, ma all'e-book speriamo di affiancare anche un libro cartaceo), cancora posto. Fatevi avanti. 
A proposito:  

Chi non si aspetta l'inaspettato non scoprirà la verità 

Come diceva Eraclito


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