mercoledì 13 settembre 2023

Niède Guidon, archeologa rivoluzionaria e attivista sociale e ambientale


L’archeologa brasiliana Niède Guidon, nata nel 1933, ha da pochi mesi compiuto novant’anni; ha trascorso la maggior parte della vita non lontano da São Raimundo Nonato, nello stato del Piauí, situato nella parte nordorientale del Brasile. La zona è ricca di almeno 800 siti archeologici riguardanti le civiltà amerinde preistoriche, proprio l’argomento di sessant’anni di studio di Guidon.

Per difendere questa preziosa area archeologica e naturale, il governo brasiliano creò, nel 1979, il Parco nazionale Serra da Capivara, dichiarato poi Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco (1991).

 

Niède Guidon ritratta da Andre Pessoa <2>


 

Designata all’epoca coordinatrice del Parco, presto Guidon si rese conto dello stato di abbandono delle piccole case che avrebbero dovuto occupare i guardiaparco e chiese conto della trascuratezza. Scoprì così che, secondo gli incaricati, era colpa delle donne: toccava a loro pulire.

Guidon, che alla ricerca scientifica ha sempre unito un forte attivismo sociale e ambientale, si rese subito conto che occorreva intervenire, e non solo per proteggere l’area. Bisognava combattere l’isolamento della popolazione, la povertà e la mancanza di lavoro femminile. La sua soluzione fu offrire il ruolo di guardiaparco alle donne, incaricandole di segnalare episodi di bracconaggio, accogliere turisti e studiosi e controllare i confini del Parco. Inoltre, per aumentare le loro possibilità di avere un lavoro dignitoso e non dipendere soltanto dai mariti, assunse le donne come guide e contribuì a creare per loro posti in aziende manifatturiere e di apicoltura. 

Attualmente, il Parco archeologico, sopravvissuto alla lunga dittatura militare della Quinta Repubblica (1964-1985) e al governo avverso di Jair Bolsonaro, è amministrato dall'Istituto Chico Mendes per la Conservazione della Biodiversità. Dal punto di vista naturalistico è un ambiente unico, abitato da un gran numero di vertebrati di ogni classe.

Il Parco, però, è anche la testimonianza a cielo aperto del lavoro archeologico di Guidon, che propose una teoria rivoluzionaria sull’arrivo dei Sapiens nelle Americhe.

La spiegazione classica di questo arrivo propone che gruppi di Sapiens siano giunti nel Nord America passando attraverso la Beringia, un ponte di prateria innevata che, intorno a 15.000 anni fa, collegava l’Asia e l’Alaska, e che, dopo la fine del periodo glaciale, fu sommerso divenendo lo Stretto di Bering.

Ma, se i Sapiens entrarono nel Nuovo Mondo da nord, perché i siti archeologici di Homo più antichi si trovano in Sud America?

Già in un articolo su Nature (1986), Niède Guidon propose un cambio di prospettiva rivoluzionario, retrodatando di 20.000 anni l’arrivo degli umani nelle Americhe. I dati successivi, confortati dal lavoro di altri studiosi di fama internazionale, sono anche più interessanti:

i ritrovamenti di Piedra Museo (Santa Cruz, Argentina) risalgono a 13.000 fa, quelli di Monte Verde (Cile) a 33.000 anni fa e, soprattutto, quelli di Pedra Furada (Piauí, Brasile) riguardano focolari utilizzati già 60.000 anni fa e pitture rupestri.

In conclusione, spiega Guidon, la teoria della Beringia deve essere almeno completata da altre ipotesi, che considerino l’arrivo nelle Americhe direttamente dall’Africa e dalla Melanesia, tenendo conto che al culmine della lunghissima glaciazione di Wisconsin-Wurm (110.000 - 11.500 anni fa) il livello dei mari era molto più basso di quello del xx secolo, consentendo ai Sapiens arcaici di spostarsi più facilmente su terre ora sommerse, ma che allora affioravano sulla superficie marina, sospinti anche dai venti alisei.

Dopo aver diretto la Fondazione del Museu do Homem Americano (Fumdham) a San Raimundo Nonato, non lontano dal suo Parco, nel 2018 Niède Guidon ha fondato, nella medesima area un altro Museo, dedicato alla Natura, e ha annunciato che a breve sarebbe andata in pensione. E l'ha fatto, nel 2020.

Ma l’impressione che dà questa persona fantastica è che non smetterà mai di “lavorare”: pensare alla sua terra, alle donne e ai giovani che oggi hanno prospettive di lavoro migliori, e a sperare che altri umani, entusiasti e pieni di energia come lei, continuino il suo lavoro.

Ciò che la studiosa lascia alla sua gente, ma anche a tutti coloro che credono nella possibilità di avere un futuro migliore e più equo, è un'eredità politica, che va oltre il suo entusiasmante lavoro archeologico.

Fonti

1. Wired Non Scaldiamoci, diario ambientalista sul cambiamento climatico newsletter 25/08/2023

2. https://news.mongabay.com/2023/08/niede-guidons-50-year-fight-to-protect-serra-da-capivara-the-americas-largest-prehistoric-site/


 

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