lunedì 3 luglio 2023

Un mestiere davvero pericoloso? L’attivista ambientale

 


Questo post è dedicato a Pedro Pinto e agli attivisti che in Honduras e in tutto il mondo rischiano (e spesso perdono) la vita per difendere l’ambiente1.


L’ong Global witness2 riporta nel suo sito nome e cognome degli ambientalisti uccisi tra il 2012 e il 2021; i dati sicuramente peccano per difetto.

I nomi, provenienti da tutto il mondo, sono 1733; tra loro 730 sono stati uccisi in America Latina. La pagina, di notevole impatto, mostra grafici a dispersione: in cui una miriade di puntini che rappresentano gli attivisti uccisi si riaggregano per anno, per aree geografiche, per il tipo di attività che stavano tentando di fermare: estrattivismo, agribusiness, taglio e trasporto del legno, energia idroelettrica, bracconaggio…

Negli ultimi due anni e mezzo, chissà quanti altri nomi si saranno aggiunti.


Se restringiamo il campo per concentrarci sull’Honduras (117 persone uccise tra il 2012 e il 2021), scopriremo nomi come quello di Blanca Jeannette Kawas Fernandez, che in molte immagini sembraa una maestrina e che – essendo stata uccisa nel 1995, non è ricordata da un puntino ma da un Parco Nazionale che porta il suo nome.

 

Fonte Wikipedia

 

Scorcio del Parco Nazionale Jeannette Kavas

O quello di Berta Cáceres, fondatrice del Consiglio dei popoli indigeni dell’Honduras,  uccisa nel 2016.

 

Berta Cáceres

 

Berta e Juan Carlos Cerros Escalante, un altro degli ambientalisti uccisi, appartenevano al popolo indigeno Lenca. Juan lottava per la difesa dell'acqua e per i diritti della sua gente. È stato ucciso nel 2021,  a 41 anni, davanti a suo figlio.

«Condanniamo l’uccisione di un altro compagno e attivista. Non è concepibile, non è giusto che criminalizzino le persone, perseguitino le persone e poi le uccidano per difendere la terra. Consideriamo questo un assassinio politico».

Così ha dichiarato Betty Vásquez, coordinatrice del movimento ambientalista Santa Barbara3 .

L’ultima vittima in ordine di tempo è Oscar Oquelí Domínguez, ucciso il 16 giugno 2023. 

Cinque mesi prima era stato assassinato il suo fratello minore Aly Domínguez4.

 

Pedro Pinto, detto don Pedro, ricorda di aver partecipato a molti seminari tenuti da Berta Cáceres. Ha trascorso metà della vita a difendere l’acqua, le foreste e la montagna della riserva naturale del Güisayote, istituita nel 1987. Il paese ai piedi del monte si chiama La Labor (dipartimento di Ocotepeque).  Minacciato molte volte per il suo attivismo, soprattutto da quando è divenuto, alcuni anni fa, funzionario statale dell’Istituto nazionale di tutela forestale, don Pedro è stimato e apprezzato da molte persone, anche dal sindaco di La Labor (eletto per il Partito nazionale, di destra) che lo definisce «una persona nobile che difende le risorse naturali».

Nel 2004 Pedro Pinto organizzò i residenti dell’area contro la Maverick, un’azienda estrattivista canadese che aveva ottenuto in concessione mille ettari della riserva del Güisayote (all’epoca, un giornalista che sosteneva le ragioni dei residenti fu ucciso).

Le lotte ambientaliste sono continuate per numerosi motivi: 

- un deputato tentò di far declassificare il Güisayote da riserva integrale (dove non sono ammesse attività antropiche) a parco nazionale (che ammette la possibilità di svilupparvi attività commerciali).

- tra il 2019 e il 2020 duecentomila ettari della riserva sono stati oggetto di disboscamento e deforestazione. Quando le minacce contro don Pedro si sono intensificate, allargandosi dai suoi campi (dove coltiva mais, fagioli, caffé e banane) alla sua famiglia, finalmente gli è stata assegnata – nel febbraio 2023, a 67 anni – una scorta minima, formata da un solo poliziotto. 

 

Don Pedro Pinto Fonte

Nell’area della riserva (che comprende 14081 ettari) ci sono quaranta ruscelli che confluiscono in nove fiumi, di cui cinque sfociano nell’Atlantico e quattro nel Pacifico. L’Istituto nazionale di tutela forestale protegge, nell’intero Honduras, 91 aree tra parchi nazionali, rifugi per la fauna selvatica e riserve integrali. Purtroppo molte cotinuano a essere violate.

Per proteggerle, gli ambientalisti di La Labor (compreso il sindaco) hanno acquistato più di mille ettari del Güisayote. All’acquisto hanno partecipato anche gli enti per la salvaguardia dell’acqua, cooperative, e perfino attività commerciali come hotel e ristoranti, gestite probabilmente da persone abbastanza illuminate da capire che difendere la biodiversità e la natura è meglio che dipendere da aziende straniere disposte al più bieco sfruttamento del suolo.

Il terreno è stato acquistato a nome di tutti, quindi nessuno può prendere l’iniziativa di vendere tratti di foresta. Uno dei problemi del luogo, infatti, è la pratica dell’agricoltura itinerante: tratti di bosco vengono incendiati per sgombrarli e per renderli rapidamente fertili; vengono coltivati per un certo periodo, poi, quando la fertilità declina, i coltivatori si spostano altrove indendiando altre parti di foresta. Prima che la natura si riprenda ci vuole molto tempo. Pratiche simili, vengono attuate su grande scala in Amazzonia, per sgombrare la foresta e coltivarvi soia di bassa qualità utilizzata per nutrire gli animali degli allevamenti intensivi.

La riserva, comunque, corre anche altri pericoli, come l’iniziativa di un giudice che, abusando della propria autorità, ha concesso lo sfruttamento dell’acqua a un’azienda, usurpando il potere decisionale dei singoli comuni.

Il sistema dell’acquisto comune di terreni per difendere la foresta e l’acqua è stato adottato anche da altre municipalità del dipartimento di Ocotepeque.

 

fonte Wikipedia, modificata. In rosso il dipartimento di Ocotepeque

 


 

1. Molte informazioni provengono da

Allan Bu, Pedro Pinto, Il mio monte in «Contracorriente», tradotto per Internazionale 1517, 23 giugno 2023

2. https://www.globalwitness.org/en/campaigns/environmental-activists/numbers-lethal-attacks-against-defenders-2012/


3. https://www.rinnovabili.it/ambiente/acqua/attivisti-ambientali-strage-honduras/

4. https://www.ohga.it/lhonduras-e-la-strage-degli-ecologisti-assassinato-lambientalista-oscar-lottava-per-lacqua/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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