Ringrazio Davide Mana per avermi assegnato il premio UNIA e passo a fare il mio dovere.
Anche se i memi, croce e delizia, sono spesso una buona occasione per riflettere – e per risolvere un post, come ha scritto Davide – non coinvolgerò altri blogger, tranne una, Lyranerina. Se lei mi manderà a quel paese, amici come prima.
1. Qual è il primo libro che hai letto in assoluto?
Ho già indicato il mio primo vero libro nel post precedente, per LIEBSTER AWARD. Fermo restando che I cavalieri della tavola rotonda resta un unicum nel mio cuore, ricordo una lettura appena precedente, qualcosa tipo Il libro smeraldo delle fate, che conteneva, celati fra innocue favolette, un paio di racconti tremendi. Il primo, un gotico angoscioso raccontava di un tizio che ogni notte, allo scoccare della mezzanotte si trasformava in cavallo per fare cento giri al galoppo intorno al cimitero del villaggio; l'altro, Occhi di pietra, raccontava di un giovanotto arrogante e incapace di piangere che – avendo espresso avventatamente il desiderio di non avere gente intorno – restava completamente solo (dove fossero finiti tutti gli altri umani non me lo ricordo). Letti un sacco di tempo fa, i due racontini sonnecchiano ancora sornioni nel fondo della mia mente, regalandomi qualche brivido notturno e frenandomi quando vorrei far sparire il resto del genere umano.
2. Hai mai fatto un sogno ispirato a un libro che hai letto? Se sì, racconta.
Sogni veri e propri no, ma atmosfere, riferimenti, piccole ossessioni sì. A volte si impigliano fra i miei ricordi anche semplici paragrafi letti qua e là. Qualche notte fa sono riuscita a farmi venire un incubo partendo da un lettera di addio leggiucchiata su uno degli "assaggi di lettura" che la Newton Compton fa allegare alle riviste. La lettera era indirizzata alle figlie, future adulte, da una giovane madre moribonda ed era un pezzo di pessima letteratura. Disgraziatamente il mio emisfero destro è un discreto sceneggiatore…
3. Qual è la prima cosa che ti colpisce in un libro? La copertina, la trama o il titolo?
In libreria o su una bancarella prendo in mano un volume per l'aspetto, di solito per una bella foto o un quadro che non ho mai visto. Il titolo fa molto, ovviamente, ma la prova del fuoco è l'assaggio. Però la domanda fa riflettere: se un buon libro è sfortunatamente avviluppato da una copertina insignificante e ha un titolo banale probabilmente non lo leggerò mai…
4. Ti è mai capitato di piangere per la morte di un personaggio?
Sì. Soprattutto da piccola, ovviamente. Chiuso il famoso Cavalieri della tavola rotonda mi disperai non solo e non tanto per la morte di Artù, quanto perché il libro era finito. Poi ci sono state molte altre sofferenze, tra le quali anche quella provocata dalla morte di Buck (Il richiamo della foresta) e dalle ultime pagine dell'Ultimo dei mohicani. Adesso mi accade meno spesso di piangere, ho imparato che la morte letteraria fa parte del gioco. Ma patisco fino alla rabbia la morte del personaggio ucciso dall'autore perché non sa più che cosa farsene.
5. Qual è il tuo genere preferito?
Se per genere intendiamo "letteratura di genere", il gotico e la FS. Mi piaccion anche i gialli, a patto che non somiglino a quelli di Agatha Christie, meccanismi a scatto con personaggi privi di spessore. Amo Sherlock Holmes perché è un esempio formidabile di personaggio che ha acquisito vita propria e vive dell'immaginario collettivo.
Parlando in generale di letture, sono veramente onnivora, leggo di tutto, anzi no, NON leggo romanzi rosa, comprese quelle commediole di ambientazione inglese che la solita Newton Compton sforna a secchiate. Verso i romanzi sentimentali invece non ho alcuna preclusione.
6. Hai mai incontrato uno scrittore?
Sì, grazie a LN-LibriNuovi, a Alia e al mio compagno libraio. Ho trovato molto simpatici Patrick McGrath e Ruth Ozeki, nonostante le grandi difficolta di comunicazione. Però non sono il tipo di lettore che va a chiedere un autografo, Gli scrittori preferisco conoscerli sulla carta e sapere di loro solo quello che infilano nei loro scritti.
6 commenti:
Ottime risposte. Trovo molto bello conoscersi un po' attraverso questi meme!
P.S. So di andare fuori tema, ma sai di avere i captcha?
@Romina: ho scoperto soltanto oggi che avevo i captcha nei commenti. Non mi ricordo più perché c'erano, ma comunque li ho eliminati.
Grazie della visita e del commento. E per l'essere andata fuori tema.
@Romina: piccolissima postilla: la persona che ho tirato in ballo non si è irritata, anzi ha persino risposto. Nel caso il suo indirizzo lo trovi nel mio blogroll.
Mi sono piaciute molto le tue risposte, ancheva me dispiace quando muore un personaggio.
So che la morte letteraria fa parte del gioco ma proprio alle volte non riesce ad andarmi giù.
Ciao Nick!
grazie per il commento. Secondo me il lettore ha, in un certo senso, il diritto di aspettarsi che il personaggio importante non muoia, in fondo è la (o una) delle finestre attraverso cui guarda il mondo descritto dall'autore. La morte letteraria è un passo estremo, che va scelto solo se assolutamente necessario. O catartico: il cattivo che finalmente toglie definitvamente il disturbo è pur sempre un piacere!
Grazie a te per aver tolto i captcha, ormai non li sopporto proprio più!
In genere le persone nominate per i meme si mostrano risentite ma poi sono contente di rispondere... anch'io ne ho ancora uno a cui rispondere, ma non so ancora quando!
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