Chi non si augurerebbe un buon compagno di stanza in un college o in ostello? O anche un vicino di appartamento, considerando che spesso gli stabili moderni – ma non troppo, altrimenti sarebbero insonorizzati – delle nostre città hanno pareti sottili?
Tutti vorrebbero dividere la stanza con un tesoro, però oggi non parleremo di vicini umani ma di BEM: Bug Eyes Monsters, ovvero (piccoli) Mostri dagli Occhi di Insetto.
Tutti vorrebbero dividere la stanza con un tesoro, però oggi non parleremo di vicini umani ma di BEM: Bug Eyes Monsters, ovvero (piccoli) Mostri dagli Occhi di Insetto.
In uno studio condotto su 50 case di Raleigh (capitale del North Carolina) e pubblicato quest'anno, un gruppo di entomologi ha individuato nei muri ben 600 specie di invertebrati, un centinaio almeno per casa, suddivisi in 304 famiglie.
Come vedete in casa c'è di tutto.
Nelle 554 camere passate al setaccio (con aspiratori, reticelle e pinzette), accanto agli ospiti più ovvi (e per molti umani raccapriccianti) come le blatte, le pulci, i ragni, le mosche, le formiche, gli studiosi hanno rinvenuto quelli che hanno ribattezzato turisti sfortunati: due piccoli crostacei intrappolati a decine di chilometri dal mare, insetti che si cibano di vegetali e destinati a morire in un ambiente privo di nutrienti adeguati, grilli mirmecofili, ovvero mangiatori di formiche, che potrebbero prosperare soltanto in un'abitazione già infestata dalle formiche medesime e così via. All'opposto, i numerosi parassiti rinvenuti, come la cimice dei letti, le pulci e gli scarafaggi, stavano in queste case come al Grand Hotel. E se amate i tappeti, come me, sappiate che sono il rifugio ideale dei coleotteri dei tappeti, cosucce grandi quanto la testa di una puntina da disegno: da adulti si cibano poeticamente di polline, ma da larve si nutrono di qualunque residuo
animale: lana, seta, pellicce, piume, insetti morti… possono fare bei danni ad abiti e arredamento.
Se state pensando che i padroni di casa umani delle case studiate fossero gente molto distratta o poco addentro ai misteri delle grandi pulizie vi sbagliate, o meglio, vi illudete: che facessero uso di insetticidi o meno i BEM restavano. E basta.
Coleottero dei tappeti |
La maggior parte di queste creaturine, però, sono risultate benevole e riservate come i pidocchi dei libri, il ramo buono del gruppo – quello malevolo è composto dai pidocchi dei capelli e da quelli del pube – con i quali condividiamo una passione per così dire letteraria. Guardateli, non sono graziosi con i loro occhioni?
Sì, lo so, loro i libri se li mangiano, ma ognuno ha il proprio modo di gustarli.
Poi ci sono gli onischi, piccoli crostacei che – come ricorda il nome scientifico, Armadillidium vulgare – somigliano a dei gomitolini corazzati: sono innocui, negli Stati Uniti vengono considerati quasi dei portafortuna.
E non pensate così male di questi nostri vicini silenziosi, accanto a quelli che campano del nostro sangue, scatenano allergie, ci trasmettono malattie e ci mangiano la casa, ce ne sono di decisamente più positivi: come i batteri buoni del nostro organismo possono inibire la crescita di batteri dannosi, pare che una comunità di invertebrati possa inibire infestazioni parassitarie peggiori.
Onisco ripiegato in difesa |
E non pensate così male di questi nostri vicini silenziosi, accanto a quelli che campano del nostro sangue, scatenano allergie, ci trasmettono malattie e ci mangiano la casa, ce ne sono di decisamente più positivi: come i batteri buoni del nostro organismo possono inibire la crescita di batteri dannosi, pare che una comunità di invertebrati possa inibire infestazioni parassitarie peggiori.
Sì, lo so, questo articolo non c'entra nulla con la serie sul cambiamento climatico, ma è interessante. E mi ha fatto tornare in mente un piccolo ragno che qualche estate fa si era installato nel nostro appartamento in montagna, in un angolo del soffitto; l'abbiamo ritrovato in autunno inoltrato, la casa chiusa da molte settimane, i muri freddi e, ovviamente, nemmeno un moscerino all'orizzonte.
Opilione |
Se ne stava lì tutto solo, sulle sue zampe lunghe, un po' fallimentare anche come aracnide: cugino mite dei classici ragni, ma privo di filiere per la tela e di ghiandole velenifere… Buttarlo gentilmente fuori al freddo? Lasciarlo lì a morire di fame? L'abbiamo recuperato con un bicchiere e un foglio di carta e lo abbiamo piazzato sulle foglie del geranio del vicino, che svernava tranquillo sul davanzale della finestra delle scale.
Non so che fine abbia fatto, ma mio marito ed io gli abbiamo augurato sinceramente buona fortuna.
Qui per altre notizie sugli Opilionidi
Qui l'articolo su Le Scienze.it
Non so che fine abbia fatto, ma mio marito ed io gli abbiamo augurato sinceramente buona fortuna.
Qui per altre notizie sugli Opilionidi
Qui l'articolo su Le Scienze.it
2 commenti:
Faccio anche io lo stesso, da noi gli Opilioni vengono chiamati anche "ragni della polvere", quando ne trovo uno non lo scaccio mai troppo al freddo.
Io li trovo graziosi, con le loro zampe sovradimensionate e il corpicino piccolo piccolo. Anche quest'anno, facendo pulizia in montagna, ne abbiamo trovati un bel po', tutti riportati in giardino cercando di fare il minimo di danno.
Posta un commento