Consiglio vivamente la lettura di un racconto che, con un'utile (e divertente) provocazione, spinge il concetto di autodeterminazione oltre l'uso comune riferito a popoli, persone singole, altre specie. E gli oggetti?
Sephira Riva
Addendum alla proposta di legge sul diritto all'autodeterminazione degli oggetti
In un laboratorio scientifico situato nelle isole Svalbard, un luogo ormai funestato dalla crisi ambientale, dove l’unica caratteristica “artica” è ormai il buio invernale, un variegato gruppo di ricerca trascorre lavorando il periodo natalizio.
Il laboratorio è un microcosmo esposto a livello locale ai medesimi problemi che si stanno verificando nel resto del mondo: emergenze climatiche crescenti – paradossalmente anche interne all’edificio per il malfunzionamento di un macchinario – carenza cronica di fondi per la ricerca, scarse garanzie lavorative per i giovani.
Tre personaggə, Ena, Nadia, e Ahmed, che è “qualcosa come il capo di Ena e Nadia”, effettuano analisi di materiali e trascorrono il tempo a rimaneggiare vecchi dati e ad aspettare che altri gruppi di ricerca chiedano il loro aiuto.
Ma le cose stanno per cambiare: sono in arrivo dei clienti. Anzi, client*, perché per gli umani è molto difficile anche soltanto contarl* e stabilire la loro forma.
Client* vogliono commissionare una vera ricerca, ovviamente molto particolare, e sono disposti a pagare bene…
Riuscendo nel piccolo miracolo di mescolare rigorose procedure scientifiche, temi filosofici, relazioni sociali e umanissime emozioni, Sephira Riva conduce in porto un bel racconto che oscilla tra dimensioni galattiche e il nostro periferico pianeta.
Il linguaggio inclusivo è uno dei pregi del racconto.
Si parlerà del racconto e di linguaggio inclusivo durante il reviewparty annunciato nella locandina.
#reviewparty #fantaschwa #addendum
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